Cuore e vasi sanguigni sono il punto debole di una popolazione in costante invecchiamento. Per questo le malattie cardiovascolari (e cerebrovascolari) rappresentano oggi la prima causa di morte nei paesi occidentali. In presenza di diabete il rischio aumenta notevolmente. Il cuore, infatti, è uno degli organi bersaglio ‘preferiti’ dal diabete di tipo 2. Le persone che ne soffrono devono essere più consapevoli del loro potenziale rischio nel tempo, ed i medici devono sollecitarli a controllarsi regolarmente. Oltre a tener sotto stretto controllo la glicemia e l’emoglobina glicata (inferiore a7% o <6,5%) è importante per la persona con diabete monitorare gli altri principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari: iipertensione, dislipidemia ovvero alterazione dei livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, cioè quelle che colpiscono cuore e vasi.
Fino a poco tempo fa, l’importanza di questo legame tra diabete di tipo 2 e rischio cardiovascolare non era pienamente riconosciuto su scala globale. Oggi sappiamo come sia fondamentale dare la priorità alle malattie cardiovascolari come fattore chiave nella gestione del diabete di tipo 2. Oggi, è possibile affrontare questo rischio, oltre che con la prevenzione esercitata da un sano stile di vita (alimentazione e movimento), ma anche con terapie farmacologiche con comprovati benefici cardiovascolari [gli agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1 AR) o con gli inibitori del co-trasportatore di sodio glucosio 2 (SGLT2)], come raccomandato dalle più aggiornate linee guida nazionali ed internazionali per il trattamento del diabete tipo 2.
Si stima che il diabete raddoppi il rischio di incorrere in patologie come quelle delle coronarie, dell’ictus ischemico, e di decesso per cause cardio-vascolari. Un rischio che – a differenza di quanto comunemente si pensi – si concretizza molto precocemente. In realtà la malattia macro vascolare (che colpisce i grandi vasi come le arterie coronariche che nutrono il cuore e altre grandi arterie) inizia con notevole anticipo rispetto alla prima diagnosi di diabete di tipo 2 (ecco perché le malattie cardiovascolari nelle persone con diabete insorgono in età più precoce rispetto al resto della popolazione).
La strategia vincente ovviamente è una sola: la prevenzione basata sugli stili di vita e sui controlli periodici. Perché il nemico da battere è molto subdolo: si annida a tavola, in ufficio e nei nostri salotti, dove trascorriamo troppo tempo sul divano invece di dedicarci abbastanza all’attività fisica per la nostra salute. Tra l’altro, come sottolineato dal Prof. Camillo Ricordi nel suo libro “Il codice della longevità sana” (Mondadori Editore, 2023) l’esercizio fisico stimola le sirtuine (SIRT), considerate attualmente dagli studiosi come molecole della longevità, con effetti anti-invecchiamento.
Responsabile è spesso l’aterosclerosi: subdola e silente
1 paziente su 3 con diabete di tipo 2 ha una malattia cardiovascolare che nel 90 per cento dei casi è di natura aterosclerotica, ovvero causata dall’accumulo di colesterolo cattivo, lipidi e altre sostanze sulle pareti delle arterie a formare delle placche. L’aterosclerosi si presenta in forma più rapidamente evolutiva, e più grave nella persona con diabete rispetto a quella senza diabete. Le lesioni a carico dei vasi sanguigni sono infatti molto estese e in genere, nell’ambito del distretto vascolare interessato, coinvolgono più di un vaso sanguigno, e anche diversi segmenti dei vasi interessati (lesioni multi vasali e multi segmentali).
Le placche aterosclerotiche provocano il restringimento (stenosi) del lume vasale, e nei casi più gravi la totale occlusione, ostacolando il flusso del sangue (e quindi di ossigeno e nutrienti) ai vari organi irrorati, e rappresentano la prima causa di infarto e ictus. Le placche di aterosclerosi possono, inoltre, complicarsi improvvisamente con la formazione di trombi che occludono in modo repentino il vaso, determinando l’interruzione completa del flusso del sangue (ischemia) che, se prolungata, causa la morte delle cellule circostanti (area di ischemia). L’aterosclerosi è prevenibile, adottando sin dalla giovane età, buone abitudini con uno stile di vita sano.
I fattori di rischio cardiovascolare: alcuni sono modificabili
I fattori di rischio di aterosclerosi sono molteplici: su alcuni si può intervenire per modificarli, su altri ciò non è possibile.
FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE NON MODIFICABILI
- Età: il rischio aumenta con il progressivo invecchiamento;
- Sesso: durante l’età fertile, il rischio cardiovascolare è maggiore negli uomini; nelle donne aumenta sensibilmente dopo la menopausa;
- Familiarità per malattie cardiovascolari: quando si ha la presenza di altre persone affette da patologie cardiovascolari nell’ambito della propria famiglia (genitori, fratelli).
FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE MODIFICABILI
I principali fattori di rischio su cui si può intervenire (fattori di rischio modificabili), oltre al diabete di tipo 2 che di per sé rappresenta un importante fattore di rischio per cuore e vasi, comprendono:
- Aumento dei livelli di colesterolo (colesterolo cattivo o LDL-colesterolo) nel sangue (ipercolesterolemia) e di trigliceridi nel sangue: si verifica quando la dieta contiene troppi grassi animali e si fa poco movimento. Maggiore è la quantità di colesterolo in circolo, maggiore è la probabilità che si depositi nelle/sulle pareti delle arterie. Nella persona con diabete, il colesterolo cattivo (LDL-colesterolo) dovrebbe essere:
- portato sotto i 70 mg/dl (< 55 mg/dl nei pazienti ad altissimo rischio);
- ridotto di oltre il 50% rispetto al basale, se i valori iniziali sono compresi tra 70 e 135 mg/dl.
- Aumento dei valori pressori (ipertensione arteriosa): costringono il cuore a un superlavoro e accelerano la formazione di placche aterosclerotiche.
Ricordiamo che il cuore è una pompa che, con le sue contrazioni, invia il sangue (e quindi ossigeno e sostanze nutritive) a tutti i tessuti e organi del corpo. La pressione arteriosa è la pressione che il cuore esercita per far circolare il sangue nel corpo. Nella persona con diabete: la pressione massima (sistolica) non dovrebbe superare i 130 mmHg (ma non scendere sotto i 120 mmHg); - Fumo di sigaretta: è bene sapere che la nicotina accelera il battito cardiaco. Il monossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo di aterosclerosi. Il fumo infiamma la parete interna (intima) dei vasi. Smettere di fumare è la cosa più importante che un fumatore può fare per vivere più a lungo e i benefici iniziano non appena si smette di fumare. Il fumo dopo l’età è il fattore di rischio più importante per le malattie cardiovascolari.
- Sedentarietà: i livelli di attività fisica (leggera, moderata, vigorosa) sono inversamente proporzionali alla mortalità per cause cardiovascolari sia nell’uomo sia nella donna.
- Obesità: l’eccesso di peso aumenta il rischio di ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e diabete.
- La pressione minima (diastolica): dovrebbe essere inferiore a 80 mmHg (ma non inferiore a 70 mmHg).
L’eliminazione o almeno una drastica riduzione di questi fattori di rischio, da perseguire sin dalla giovane età, rappresentano uno dei mezzi più efficaci per ridurre il rischio di sviluppare un infarto (o un ictus cerebrale,) e costituisce l’obiettivo principale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Fonti
Gestione del rischio cardiovascolare nel diabete: un documento congiunto della Società Italiana di Diabetologia (SID) e la Società Italiana di Cardiologia (SIC)
Umberto Veronesi – Il libro della salute. Fondazione Umberto Veronesi, RCS Media Group, 2012
Il Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanitàhttps://www.cuore.iss.it/
Sérgio Vencio, André Gustavo Daher Vianna, et al – Contemporary (2019) prevalence of cardiovascular disease in adults with type 2 diabetes in Brazil: the cross-sectional CAPTURE study
Diabetol Metab Syndr 2022 Jan 10;14(1):5
Mosenzon O, Alguwaihes A, Leon JLA, Bayram F, Darmon P, Davis TME, Dieuzeide G, Eriksen KT, Hong T, Kaltoft MS, Lengyel C, Rhee NA, Russo GT, Shirabe S, Urbancova K, Vencio S; CAPTURE Study Investigators – CAPTURE: a multinational, cross-sectional study of cardiovascular disease prevalence in adults with type 2 diabetes across 13 countries.
Cardiovasc Diabetol 2021 Jul 27;20(1):154
LINK
sirtuine (SIRT)